Connected Living: il futuro dopo Facebook

connected_livingSarwant Singh, futurista ed esperto nel settore dei trasporti, ci descrive la sua visione del mondo che verrà: il Connected Living.

La nostra casa, il luogo di lavoro e la città saranno tutti connessi fra loro attraverso una moltitudine di dispositivi intelligenti che ci permetteranno di accedere ai nostri dati dovunque ci troviamo e in qualunque momento. Questa enorme rete intelligente sarà l‘estensione digitale della nostra esistenza, porterà una serie di cambiamenti nello stile di vita del singolo individuo e nel modello collaborativo del lavoro.
Concetti come lavoro flessibile, zero vacanze (nel senso che si va in ferie quando si vuole) diventeranno la normalità. Cambierà il nostro modo di lavorare, si passerà dal lavoro in ufficio con sede in un luogo ben preciso ed orari prestabiliti, ad un lavoro senza luogo e senza tempo al quale accederemo tramite i servizi cloud.
I primi passi verso questo concetto cominciano già a vedersi. È notizia di questi giorni ad esempio l’intenzione di BMW di rivoluzionare il concetto delle ore di lavoro inserendo nel conteggio anche il tempo speso dai dipendenti fuori dall’azienda per rispondere a mail o sms.

Per capire meglio lo scenario che delinea Sarwant Singh proviamo ad immaginare ad esempio un classico lunedì mattina nel 2025.
Leyla, la nostra assistente personale digitale, dopo essersi sincronizzata con il mondo esterno tramite Google Connect che la allerta di code lungo il nostro tragitto abituale, ci informa che è ora di alzarci. Nel momento in cui ci muoviamo in casa tutto funziona in maniera sincronizzata e intelligente, il frigo ci avverte di comperare il latte, il caffè è pronto in cucina, il bucato fatto e la nostra auto elettrica si è auto aggiornata tramite il cloud. Entriamo in bagno, ci avviamo verso la doccia e lo specchio ci ricorda il programma della giornata, quello che dobbiamo mangiare e di non dimenticare la pillola della pressione come ha comunicato il sensore innestato nella cintura di sicurezza. Mentre ci avviamo verso l’auto, la casa si chiude, il riscaldamento si spegne e la playlist che poco fa ascoltavamo in casa riprende in auto dallo stesso brano.
Ed è solo uno dei possibili scenari che ci aspettano, quando tutto quello che è intorno a noi sarà collegato in rete.

Internet of things produrrà enormi possibilità di crescita. Secondo uno studio di Frost & Sullivan il valore di mercato della connessione delle città, case e uffici si aggira attorno ai 730 miliardi di dollari, portando nuova concorrenza sul mercato e diversi tipi di soluzioni. Google e il suo termometro intelligente Nest ad esempio è una soluzione con singola funzionalità, può essere collegato a dei sensori per controllare la temperatura di una stanza.
Altre società stanno entrando nel mercato attraverso partnership, Fitbit ad esempio produce dispositivi indossabili per monitorare l’attività fisica, oltre a questa funzionalità il dispositivo ideato da Fitbit invia notifiche su come integrare la nostra dieta a Ocado, un supermercato online, facendo in pratica la spesa al posto nostro.
Deutsche Telekom, eQ-3, Miele e Samsung hanno invece deciso di unire le loro esperienze e creare una piattaforma comune per realizzare una rete tra i vari dispositivi in casa, dal televisore alla lavatrice.
Il Connecting Living sarà possibile solo quando le amministrazioni centrali e locali saranno dotate di servizi elettronici, le città connesse così come i servizi di trasporto, integrando tutti i diversi aspetti della nostra vita in un’esperienza piacevole e completa di esistenza connessa.

Per saperne di più: Connected Living: The Next Big Thing After Facebook

Il potere degli algoritmi: come il software plasma la cultura

algorithmDa quando internet ha varcato il confine dei PC insinuandosi in ogni aspetto della nostra vita quotidiana tutto quello che facciamo è sempre più condizionato dagli strumenti della rete.
I meccanismi di interazione sono stati modificati così come è stato influenzato il nostro modo di prendere decisioni e di ricercare informazioni.
La grossa mole di informazioni prodotta dalla costante interazione con la rete è gestita dagli algoritmi. Per comprendere in che modo la nostra cultura ne è plasmata occorre osservare l’algoritmo da un punto di vista meno tecnico e più umanistico.

L’algoritmo

La parola algoritmo nasce in Persia e in un primo momento indica le regole da osservare per eseguire operazioni algebriche con i numeri arabi. Solo in seguito acquisisce il significato attuale designando una serie di istruzioni applicate ad un dato in ingresso e che tramite un numero definito di passaggi produce un dato in uscita. In pratica, uno strumento che ci permette di eseguire calcoli e elaborare dati in maniera automatica.

È Charles Babbage il primo a teorizzare l’uso degli algoritmi per l’automazione, ipotizzando che tutti i processi possano essere suddivisi in semplici operazioni, indipendentemente dal problema oggetto di studio. Anche se Babbage riesce a mettere in pratica le sue idee progettando il motore differenziale e Ada Lovelace crea il primo algoritmo per la sua macchina analitica, è con Alan Turing e la sua macchina nel 1937 che è formalizzato il concetto di algoritmo così come lo conosciamo.

Tuttavia è a cavallo degli anni ‘90 che l’algoritmo inizia ad entrare in maniera pervasiva nella nostra cultura. La nascita del web e la sua diffusione rende possibile l’interazione degli algoritmi, dando vita infine a quello che Pierre Lévy chiama il mezzo algoritmico, lo strumento attraverso il quale l’intelligenza collettiva tramite la rete modifica il nostro contesto culturale.

Il software e la cultura

Gli algoritmi sono ovunque e sono indispensabili, li incontriamo a Wall Street dove vengono utilizzati per prevedere l’andamento del mercato, l’algoritmo di Treding ad esempio gestisce in automatico il 65% delle operazioni.
Ma gli algoritmi che influenzano maggiormente il contesto culturale sono quelli delle piattaforme di social networking o social media in genere.
Tutte le azioni che facciamo attraverso queste piattaforme generano un flusso di informazioni volto a modificare l’enorme mole di dati connessi fra loro, e in maniera più sottile il ricordo collettivo di un’informazione. Questo significa che le nostre azioni alterano il mezzo nel momento stesso in cui lo usiamo (Stigmergia).

Qualsiasi informazione che generiamo sui social media, scrivendo un post, condividendo un link, un like ad una foto o un tweet vengono registrate all’interno di strutture dati, elaborate e usate per informare altri utenti.
Un esempio può essere l’algoritmo di EdgeRank di Facebook che elabora i nostri interessi, i nostri like, le nostre relazioni, gli amici in comune di chi pubblica una notizia, in modo da privilegiare quei contenuti che secondo l’elaborazione dell’algoritmo ci potrebbero interessare.
Gli algoritmi ci aiutano a navigare attraverso l’enorme quantità di informazioni presenti in rete, acquisiscono informazioni generate individualmente e le elaborano perché siano fruite in maniera collettiva.
Ma quando questi algoritmi che elaborano informazioni, ricostruiscono relazioni e connessioni ci suggeriscono le cose che ci piacciono e generano altre relazioni, finiscono per plasmare il nostro contesto culturale e la nostra identità.

L’uso della tecnologia di Intelligenza Artificiale sta inoltre aumentando capacità e ambiti dell’algoritmo. Hummingbird, l’algoritmo semantico di Google che si basa sull’elaborazione del linguaggio naturale, può esserne un esempio, così come l’obiettivo che si è posto Mark Zukenberg di comprendere il mondo analizzando il linguaggio dei post condivisi su Facebook.

Considerando quindi il peso che hanno e continueranno ad avere gli algoritmi nella nostra vita quotidiana, dal momento che non sono utilizzati solo per analizzare dati ma anche per prendere decisioni, ci si può domandare se sia lecito accettare decisioni prese in maniera automatica da algoritmi di cui non è possibile verificare la trasparenza né discutere la neutralità dei processi che vengono applicati ai dati.

Proprio perché influenzano pesantemente il flusso di informazioni, i processi devono essere resi comprensibili al di fuori della sfera strettamente informatica, in modo che tutti possano partecipare alle discussioni su come affrontare i problemi e come risolverli in maniera algoritmica.

Per saperne di più: The Power Of Algorithms: How Software Formats The Culture

Innovazione: una lezione di Jazz per le aziende

jazz

In un mondo in cui l’innovazione è continua, la pianificazione strategica è diventata una tattica poco agile e sostenibile. Le aziende dovrebbero servirsi di un approccio più adattivo e il jazz può essere d’esempio da molti punti di vista.

Il jazz incentiva caratteristiche come creatività, fantasia e improvvisazione, qualità che nelle aziende di solito sono scoraggiate a favore di un piano di azione prestabilito. Le jazz band inoltre hanno una struttura fluida e poco gerarchica comparata al classico modello organizzativo aziendale dove le istruzioni sul da farsi arrivano dall’alto. Nella band i musicisti si aiutano e motivano a vicenda, improvvisando, ma con sempre chiaro in mente l’obiettivo da perseguire.

Gli insegnamenti che le aziende possono trarre dal jazz

Preparazione non Pianificazione
I musicisti jazz nel corso degli anni continuano ad esercitarsi molto, sia per acquisire nuove tecniche che per migliorare quelle esistenti. Questo continuo esercizio per raggiungere la perfezione dà loro la possibilità di non dovere pianificare e grazie alla loro preparazione sono in grado di prendere decisioni estemporanee che meglio si adattino alla situazione.

Il ruoli e gli errori
Anche i gruppi Jazz hanno i loro leader, ma il concetto di ruolo e di autorità ha un valore relativo rispetto alla capacità di ascoltare e alla sensibilità dell’artista. Anche il concetto di errore viene gestito diversamente dai musicisti e se uno di loro manca una nota gli altri sfruttano l’occasione per creare qualcosa di nuovo.

Il Focus sugli obiettivi
Anche se la caratteristica principale del jazz è l’improvvisazione ed ogni artista della band crea le proprie melodie e i propri fraseggi, l’esecuzione non è anarchica, ogni artista è consapevole dell’obiettivo collettivo da raggiungere. Per poter lavorare con passione, impegno, adattarsi e improvvisare, il team deve sempre avere ben chiara la meta da conseguire.

Altri interessanti spunti di riflessione offerti dal jazz riguardano la gestione del team.

La valorizzazione di ogni membro della squadra
Durante il concerto a turno ogni artista esegue un assolo in modo che il pubblico possa apprezzare la sua bravura, inoltre il leader presenta più volte gli artisti della band nel corso dell’esibizione. Questi criteri andrebbero applicati nel mondo del lavoro perché sono ottimi metodi per motivare la squadra mettendo in risalto il lavoro fatto da ogni membro del team.

La pausa durante il lavoro
Non tutti gli artisti eseguono ogni brano durante il concerto, non tutti i brani sono uguali e necessitano degli stessi strumenti. Questo permette agli artisti di ricaricarsi per l’esibizione successiva e lasciare che siano messi in luce i compagni rimasti a suonare. Allo stesso modo le aziende dovrebbero incentivare il riposo durante la giornata di lavoro per aumentare resistenza, benessere e creatività del team.

Impegno e Divertimento
La combinazione fra impegno e divertimento rende le prestazioni dei musicisti impeccabili. Un esempio che ognuno di noi dovrebbe seguire è impegnarsi con convinzione e passione nell’obiettivo che ci prefissiamo cercando anche di trarne divertimento.

Il suggerimento principale che ci dà il jazz sull’innovazione è chiaro: il ruolo di un manager non è più pianificare e supervisionare le azioni, ma sviluppare e infondere valori. Se gli obiettivi sono chiari e il team è preparato e consapevole, l’improvvisazione e l’adattamento diventano sicuramente possibili.

Creating a ‘hit’ out of the odd-meter experiments of Time Out was the farthest thing from our minds.
Dave Brubeck

Per saperne di più:

3 Requisiti Essenziali Di Un Sito Web Nel 2014

webdesign_2014L’innovazione nel mondo del web design così come in quello del marketing digitale è strettamente correlata alla diffusione delle nuove tecnologie e di nuovi dispositivi.

Le aziende che vogliono avere una presenza in rete per raggiungere un’audience quanto più vasta è possibile, devono quindi adattarsi in maniera celere ai continui cambiamenti che l’innovazione tecnologica produce.

Al giorno d’oggi, ad esempio, sempre più persone scelgono di accedere ad internet attraverso i dispositivi mobili e questo trend si presuppone continuerà negli anni a venire.

3 requisiti essenziali di web design che un sito deve avere nel 2014:
  1. Design mobile-friendly
    Come ci mostrano le statistiche, gli accessi da dispositivi mobili sono in continuo aumento quindi è d’obbligo avere un sito progettato per essere mobile-friendly.
    Una delle tecniche più utilizzate di recente per disegnare un sito con queste caratteristiche è il Responsive Web Design che tramite Framework come Bootstrap ci permette di creare siti web che si adattino a tutti i tipi di dispositivi.
    Oltre questo aspetto tecnico ce ne sono altri ugualmente importanti che vanno considerati:
    1. Il testo
      La visibilità di un testo su un piccolo schermo non è ottimale, la dimensione del carattere deve essere quindi abbastanza grande da permettere un’agevole lettura.
    2. Design
      I dispositivi mobili quando non sono connessi ad una rete Wi-Fi spesso non hanno una velocità di accesso alla rete elevata. Creare un design leggero senza inutili accessori e immagini superflue sicuramente farà in modo che il nostro sito sia caricato più velocemente.
    3. Video
      Secondo il report di ByteMobile i video visti dai dispositivi mobili oscillano dal 50% fino ad arrivare al 69% su alcune reti.
      Il problema di avere video visibili su tutti i dispositivi lo risolve HTLM5 che soppianta il vecchio flash.
  2. Design orientato al SEO
    Il tempo di caricamento del nostro sito è un elemento importante da considerare per il SEO ed è fortemente condizionato dalle scelte fatte in fase di design.
    Dobbiamo quindi selezionare con attenzione quanti e quali elementi vogliamo inserire nelle nostre pagine. Aggiungere troppi componenti o animazioni può peggiorare le prestazioni del nostro sito e di riflesso la nostra indicizzazione nei motori di ricerca.
    Anche la qualità del codice e la scrittura dei nostri meta tag rivestono un aspetto importante sia per l’indicizzazione che per usufruire a pieno delle potenzialità di condivisione dei social network.
    Su The Moz Blog troviamo The Web Developer’s SEO Cheat Sheet 2.0, una guida che illustra gli aspetti fondamentali del SEO e della quale è disponibile anche una versione in pdf.
  3. Lo Storytelling aziendale
    Raccontare la nostra storia, quali sono le cose che proponiamo e il perché, sono fattori di primaria importanza. Chi cerca informazioni o prodotti  tende ad abbandonare il sito se non comprende bene chi siamo e cosa facciamo.
    Vediamo le 4 sezioni che dovrebbero essere presenti nel nostro sito per raccontare di noi e delle nostre competenze.
    1. Blog
      Il content marketing è un ottimo sistema per aumentare contatti e relazioni attraverso la realizzazione di contenuti di qualità.
      Fornendo agli utenti sempre più pagine da consultare si stabilisce nel tempo un rapporto di fiducia facilitando il salto da utente a cliente.
    2. Servizi
      Per essere affidabili e attendibili agli occhi di un potenziale cliente è utile fornire una sezione che spieghi in modo semplice qual è la nostra competenza e quali servizi vengono offerti.
    3. Chi siamo
      Le persone fanno affari con le persone non con i siti, chi è interessato ai nostri servizi vuole sapere chi siamo per potersi fidare, difatti molto spesso la pagina più visitata di un sito è proprio l’About.
      E’ utile dare un volto all’azienda e per farlo ad esempio si possono elencare tutti i componenti della squadra con le loro foto e i link ai loro profili sui social network.
    4. Contatti
      Questa pagina deve essere semplice senza troppe distrazioni, il suo solo scopo è fornire i nostri recapiti a chi vuole entrare in contatto con noi.

Per saperne di più: 3 Must-Have Qualities of an Effective Website in 2014

Chi sono gli innovatori? Gli utenti o le aziende?

innvation

Quando ci domandiamo chi fa innovazione oggi, il nostro pensiero corre subito a Google, Apple e alle grandi e piccole aziende. Il professore di innovazione tecnologica al MIT Sloan School of Management, Eric Von Hippel, ci spiega però un diverso processo che raramente è innescato dai produttori di beni e servizi.

Secondo la sua teoria, l’innovazione arriva direttamente dagli utenti e non nasce dal desiderio di averne un ritorno economico, ma dal bisogno di risolvere un problema o una necessità pratica. Sono gli stessi utenti a realizzare modifiche che migliorano la funzionalità di prodotti già esistenti. Solo in un secondo momento intervengono le aziende a sfruttare queste opportunità e trasformano le modifiche in prodotti più completi e funzionanti.

Testimone di questa teoria è Thomas Høgenhaven che ci racconta una bella storia vissuta in prima persona nel suo ruolo di responsabile della strategia aziendale presso Better Collective.

Mentre controllava i link di riferimento al sito BettingExpert tramite gli analytics tool, la sua attenzione fu attratta per caso dal sito di Florent Segouin studente di informatica all’Université de technologie de Troyes in Francia.
Incuriosito iniziò ad indagare e scoprì che lo studente aveva creato un’applicazione per l’iphone che mostrava i suggerimenti sulle scommesse recuperati dal loro sito aziendale. Gli inviò una mail per chiedergli il motivo che lo aveva spinto a creare l’applicazione. Nella risposta Florent spiegò che l’aveva realizzata perché frustrato dal fatto che non era ancora disponibile un’app per iphone e il sito gli risultava scomodo da usare tramite smartphone. (Il sito non aveva ancora una versione che implementava il responsive web design).

L’applicazione creata da Florent aveva potenziale ma non faceva altro che prelevare alcune informazioni dal sito ufficiale e non era scalabile visto che in quel momento BettingExpert ancora non aveva un sistema di api dal quale ottenere le informazioni. Thomas decise quindi di formare uno stage e invitò Florent a raggiungerlo nei loro uffici in Danimarca. Dopo 4 mesi di lavoro Florent e lo staff di Thomas avevano prodotto l’applicazione per l’iphone che il mese dopo il lancio era stata già scaricata 2500 volte e aveva ricevuto ottime recensioni.

Questa breve storia ci mostra l’importanza degli utenti nel processo di innovazione e l’aiuto che possono fornire alle aziende per comprendere le reali esigenze di mercato.

Quindi, chi sono gli innovatori?

Per saperne di più: “A short story of user innovation”

Google Author Rank: 5 Consigli Per Sfruttarlo Al Meglio

AuthorRank

Quando nel 2011 Google lanciò il proprio sistema di social network molti hanno pensato che non avrebbe potuto competere con Facebook o Twitter.
Google+ invece è in continua ascesa, supera per accessi sia Twitter che LinkedIn e presenta molti aspetti interessanti perché strettamente legato al motore di ricerca.
Una delle caratteristiche più importanti è il sistema di paternità dei contenuti (Authorship) introdotto da Google nel sempre costante tentativo di migliorare la qualità dei risultati di ricerca forniti dal proprio motore e arginare quelli di spam. L’idea che hanno avuto gli ingegneri di Google è stata quella di dare la possibilità agli autori di costruirsi stima e fiducia (Author Rank) in base ai contenuti che pubblicano per poi usare queste informazioni all’interno del motore di ricerca e nel frattempo fornire anche un sistema che salvaguardi la proprietà intellettuale dei contenuti pubblicati dagli autori in giro per il web.

Cos’è l’Author Rank ?

L’Author Rank rappresenta la reputazione dell’utente ed è uno dei parametri che Google usa per valutare la competenza e la credibilità di un autore.
Nel suo recente libro The New Digital Age il presidente esecutivo di Google Eric Schmidt ci spiega come nell’immediato futuro i contenuti pubblicati da chi ha un profilo di Google+ verificato tramite l’Authorship avranno una visibilità maggiore rispetto a quelli che non implementano questo meccanismo. La maggior parte degli utenti tenderanno a visualizzare i contenuti prodotti da un autore verificato tramite il sistema di paternità. È facile intuire come l’Author Rank rivestirà un’importanza sempre maggiore determinando un cambiamento nelle strategie SEO delle aziende nel prossimo futuro.

Within search results, information tied to verified online profiles will be ranked higher than content without such verification, which will result in most users naturally clicking on the top (verified) results. The true cost of remaining anonymous, then, might be irrelevance.

Eric Schmidt – The New Digital Age

I fattori che influenzano l’Author Rank

  1. Qualità del contenuto
    Scrivere articoli di qualità che approfondiscano un argomento è come sempre fondamentale.
  2. Il numero dei plus
    Il numero di +1′ che riceve un contenuto sono un coefficiente importante nel calcolo della qualità e dell’attrattiva del contenuto.
  3. Commenti
    Il numero dei commenti ricevuti sono un indicatore importante di quanto è popolare il contenuto che abbiamo pubblicato.
  4. Author Rank delle cerchie
    Più che il numero di persone conta chi abbiamo nelle cerchie. Persone con un Author Rank alto innalzeranno anche il nostro.
  5. Chi ospita i nostri contenuti
    Se il sito per il quale scriviamo contenuti fa parte di quelli che Google considera fonti autorevoli, aumenterà di conseguenza anche il nostro Author Rank.
  6. Le condivisioni
    Il numero delle condivisioni sui social network e non solo su Google+ ci dà la misura di quanto il nostro contenuto abbia attirato gli utenti. Come per le cerchie è sì importante quante condivisioni ha generato il nostro contenuto ma lo è molto anche chi ha condiviso.
  7. Il Page Rank
    Il Page Rank è tuttora una metrica importante. Se il nostro contenuto ha un Page Rank alto anche il nostro Author Rank salirà.
  8. La quantità
    Scrivere molti articoli di qualità innalza l’Author Rank.
  9. I backlinks
    Google continua ad usare il vecchio metodo per il Page Rank di contare quanti link di altri siti conducono al nostro contenuto, con un occhio particolare all’autorevolezza del sito da cui proviene il link.
  10. Citazioni
    Le citazioni del nome di un autore nei vari siti web contribuiscono ad accrescere l’Author Rank.

Quelli che abbiamo visto sono i 10 elementi base che influiscono nel calcolo dell’Authorship, vediamo ora come possiamo sfruttare al meglio questo meccanismo per innalzare la nostra visibilità personale o quella di un nostro marchio aziendale.

5 consigli per sfruttare al meglio l’Author Rank

  1. Competenza
    Per sfruttare al meglio il meccanismo dell’Author Rank, il metodo migliore è diventare esperti in un determinato settore.
    Se ad esempio Google ritiene che siamo esperti in medicina perché creiamo molti contenuti correlati a questo argomento, quando qualcuno cercherà di medicina Google restituirà il risultato più rilevante in base alla reputazione dello scrittore.
    Chi scrive spesso contenuti di qualità su un argomento specifico dimostra che sa di più su questo argomento rispetto a chi ne scrive di rado o compra 10.000 backlinks nel tentativo di aumentare il suo posizionamento nei motori di ricerca.
  2. Social
    La presenza costante sui social network è importante. Gli autori che sono molto attivi sui social e che ne influenzano il mondo hanno un alto valore di Author Rank. Capita spesso nei risultati di ricerca di Google di trovare contenuti di autori che sono seguiti da oltre 20000 persone, cosa che per Google, insieme al numero delle condivisioni, ha un peso specifico importante.
  3. Costanza
    Aggiornare regolarmente il sito è molto importante. Più contenuti pubblichiamo e maggiori possibilità abbiamo di incrementare le metriche associate al sistema dei rank. Contenuti pubblicati con regolarità fanno in modo che Google ci riconosca come un autore attendibile e consideri i nostri contenuti affidabili.
  4. Qualità
    Quando scriviamo un contenuto la priorità è pensare all’utente e fare in modo che quello che pubblichiamo abbia un valore per chi lo legge.
    I contenuti che generalmente vengono molto apprezzati sono ricchi di notizie, citazioni, e contengono informazioni uniche insieme a pareri di esperti in materia.
  5. Feedback
    Il coinvolgimento degli utenti è un punto strategico, e rispondere ai commenti di altri utenti può essere un ottimo modo per aumentare il coinvolgimento e valorizzare l’intero articolo aumentando il numero di discussioni.

Per saperne di più: 

Content Marketing: 4 previsioni per il 2014

ContentMarketingIl content marketing consiste nella creazione di contenuti di qualità sponsorizzati e destinati ad un pubblico specifico per instaurare un rapporto di fiducia con i clienti e aumentare contatti e relazioni. Non è una strategia nuova ma se riflettiamo sul dato che ormai metà della popolazione globale ha accesso ad internet e quotidianamente consuma contenuti e informazioni, è semplice intuire perché il content marketing svolgerà sempre più un ruolo fondamentale per catturare l’attenzione di possibili consumatori.

Da un recente sondaggio è emerso che nel corso del prossimo anno molte aziende investiranno seriamente nel content marketing dedicando risorse sia in termini di personale che economici.

Conoscere le tendenze in arrivo ci permette di preparaci in tempo per decidere dove e come allocare le nostre risorse.

4 previsioni per il 2014

  1. L’aumento della competizione per guadagnarsi l’attenzione dell’utente
    Pubblicare quotidianamente articoli con contenuti unici e di qualità non sarà più sufficiente, basta considerare che ogni giorno vengono pubblicati 92000 articoli su internet. Forbes ad esempio produce 400 articoli al giorno e oltre 35 milioni al mese vengono pubblicati tramite WordPress. Non potendo contare quindi sui volumi, una piccola azienda deve affidarsi ad una strategia di content marketing per capire qual è il valore unico che l’azienda ha o come può crearlo, ad esempio cercando di posizionare il suo brand tra le massime autorità del campo in un determinato settore.
  2. La scelta della metrica per misurare il successo di un contenuto sarà più importante
    Tradizionalmente la metrica che determina il successo di un contenuto è il traffico generato dal numero di visite.
    Ovviamente generare traffico è importante perché dà maggiore visibilità, ma non può essere la sola chiave di misurazione perché va tenuto conto dell’obiettivo del contenuto che andiamo a pubblicare. Un link in uscita che permette ad un utente di trovare su un altro sito quello che cerca può essere una chiave di misurazione perché instaura un rapporto di fiducia con buone possibilità che l’utente torni a visitare il nostro sito.
    Altre aziende invece usano come chiavi di valutazioni le metriche dei social, cioè il volume delle condivisioni, dei tweet, dei like che il contenuto genera.
  3. Integrazione dei contenuti
    I contenuti prodotti verranno creati per essere distribuiti su più canali, cercando di fornire una visione coerente del brand all’utente indipendentemente dal canale di distribuzione che sia web o personale.
    Un esempio di questa integrazione ce la fornisce la British Airways con il suo famoso cartellone nel centro di Londra per pubblicizzare le nuove rotte della flotta.

  4. Sperimentazione del content marketing sui nuovi media
    La tecnologia è in continua crescita, i personal computer sono ormai una piccola percentuale dei dispositivi connessi e le aziende iniziano a sperimentare e a produrre contenuti per i nuovi supporti.
    Nivea ad esempio ha unito la classica divulgazione cartacea con il mobile, inserendo un caricabatteria solare all’interno della pubblicità stampata.

Quali saranno i contenuti maggiormente pubblicati?

  1. Immagini
    Le immagini continueranno ad avere un ruolo principale nel content marketing, dato l’uso sempre più diffuso di Pinterest, Instagram, SlideShare, e Google+ come servizi di condivisione.
  2. Blog
    Pubblicare contenuti di qualità provenienti dai blog e contribuire ai contenuti di altri siti di valore con link al nostro sito farà aumentare il traffico e il Ranking.
  3. Whitepapers & eBooks
    La produzione di questi contenuti è fondamentale durante le prime fasi del rapporto con i potenziali clienti, dimostra che il nostro marchio è leader in quel campo e introduce i clienti alle nostre metodologie.
  4. Video
    I video saranno sempre al primo posto come strategia di content marketing, sia che produciamo un video, creiamo un’animazione o utilizziamo la grafica in movimento.

Per approfondire: The Future of Content: Upcoming Trends in 2014, Taking Content Marketing To The Next Level: 2014 Predictions

Il Web Design Nel 2014

14 Web Site Trend For 2014

Il web design è in continua evoluzione con sempre nuove tendenze, tecniche e idee.
Aggiornare il design e le funzionalità offerte dal nostro sito ci aiuta a migliorarne la fruibilità.

Vediamo alcune delle principali tendenze che incontreremo sempre più di frequente nel 2014, anche se non tutte sono ovviamente applicabili ad ogni sito, né vanno tutte implementate per cercare di avere un maggiore impatto sugli utenti.

14 tendenze del web design nel 2014

  1. Single Page Sites
    Il sito a pagina singola è un tipo di design a foglio unico molto utile per i siti di piccole dimensioni che non hanno moltissimi contenuti da esporre, e garantisce uno stile di navigazione semplice ed efficace. Questo tipo di approccio è ovviamente sconsigliato per i siti di grandi dimensioni e con molti contenuti, e se l’obiettivo del design è il SEO.
    Un esempio di questa tecnica di web design è: Grandriverconnection
  2. Scrolling
    L’ampia diffusione dei dispositivi mobili sta cambiando il modo in cui i lettori accedono ai siti, costringendoli a scorrere di più la pagina per poterne leggere tutto il contenuto. Non è necessario avere tutte le informazioni a centro pagina e se da un lato si aprono nuove prospettive per la progettazione delle pagine, dall’altro le pagine troppo lunghe e ricche di contenuti possono sovraccaricare e disorientare gli utenti.
    Nel 2014 le pagine web vanno pensate e disegnate in modo da coinvolgere e incoraggiare l’utente a scorrere la pagina.
  3. Flat UI
    L’interfaccia utente piatta è un concetto di web design emergente e già implementato in molti siti web.
    Al contrario della tendenza precedente, lo scheumorfismo, questa tecnica si concentra essenzialmente sui contenuti e fornisce un disegno pulito senza elementi di distrazione.
    Meno immagini e design semplice equivalgono a tempi di caricamento più rapidi.
    iOS 7, Gmail, Facebook e Windows 8 sono tutti esempi di interfacce che hanno implementato la Flat UI.
  4. Fixed Header Bar
    La parte più impegnativa della creazione di un sito è fare in modo che la navigazione sia il più possibile semplice e intuitiva.
    I menu di navigazione bloccati nella testata della pagina web costringono gli utenti a scorrere verso l’alto ogni volta che devono muoversi attraverso il sito.
    Con le pagine web più ricche di contenuti e l’uso sempre maggiore dei browser mobili l’accesso a questo tipo di menu è diventato sempre più scomodo.
    La soluzione per il 2014 sarà la barra di navigazione in posizione fissa che segue lo scrolling della pagina per consentire ai lettori di accedervi rapidamente, agevolandone la navigazione.
    Postkudos applica questa tecnica.
  5. Large Type
    L’aumento della risoluzione degli schermi ha reso necessario aumentare la dimensione standard del carattere per rendere il testo più leggibile e chiaro.
    L’uso di caratteri grandi ha un impatto immediato su chi legge e riesce a comunicare meglio l’obiettivo del sito. Se una pagina web è troppo ricca di contenuti il visitatore potrebbe decidere di non leggerla, ma in pochi secondi i large type possono mettere in risalto le voci che potrebbero interessare il lettore ed attirare la sua attenzione.
  6. Javascript / HTML 5 Animations / CSS 3
    L’avvento dell’iPhone e la sua incompatibilità con animazioni e video in Flash/Silverlight, ha accelerato la transizione verso Javascript, HTML e CSS.
    Con i browser moderni, gli sviluppatori non dovranno più fare affidamento sui plugin per creare animazioni e video.
    Queste tecnologie più recenti spesso non sono disponibili nei vecchi browser, ma funzionano perfettamente sui dispositivi mobili.
  7. Parallax Scrolling
    Il Parallax scrolling è una speciale tecnica di web design in cui lo sfondo, le immagini e il testo sono animati.
    Mentre si scorre la pagina, testo e altri elementi grafici si muoveranno sulla pagina creando scene e modificando il contenuto.
    Il curriculum interattivo di Robby Leonardi è un ottimo esempio di questa tecnologia.
  8. Large Background
    In passato usare enormi immagini come sfondo del sito era un’idea impensabile perché rallentava il caricamento delle pagine web.
    Con connessioni Internet più veloci, questa problematica è sparita e la domanda che ci si pone è più che altro se una grande immagine di sfondo sia utile al sito senza creare distrazioni.
    Con un design appropriato e la giusta immagine è possibile applicare questa tecnica per migliorare l’esperienza del lettore e mettere in risalto i contenuti del sito.
    City of Albion adotta questa tipologia di web design.
  9. Video Backgrounds
    Insieme all’uso di immagini ad alta definizione come sfondo assistiamo a quello dei video in background progettati non per diventare il centro principale del sito, ma per valorizzarne il design e i contenuti.
    Getsalestraining dà l’idea di come possiamo usare efficacemente i video background.
  10. Separate Mobile Site
    Uno dei modi più popolari per la creazione di un sito che sia fruibile dai dispositivi mobili è quello di crearne uno completamente separato spesso posizionato in un sotto-dominio del sito principale, come ad esempio ha scelto di fare Repubblica.
    Quando un utente si collega da un dispositivo mobile, viene immediatamente reindirizzato alla versione ad esso destinata. Contenuti e disegno sono completamente diversi ed è necessaria la manutenzione di un doppio sito.
    Nuove tecnologie stanno soppiantando e rendendo obsoleta questa soluzione in favore di nuove procedure ed in particolare verso la scelta del responsive web design.
  11. Responsive Web Design
    Ad oggi il Responsive Web Design è la migliore tecnica per progettare un sito mobile-friendly.
    Piuttosto che gestire una serie completamente separata di contenuti e un diverso design, è possibile adattare il contenuto esistente alla risoluzione del dispositivo che si sta utilizzando.
    Smartphone, Tablet e utenti desktop possono vedere lo stesso contenuto con un layout diverso progettato specificamente per le dimensioni dello schermo del dispositivo.
    Attraverso il responsive design è possibile evidenziare contenuti importanti per chi visita il sito tramite smartphone, come orari, luoghi, o numeri di telefono.
    Un esempio di responsive web design è il tema di WordPress che uso in questo blog.
  12. High-Resolution Screen
    Proprio come la televisione a definizione standard è stata superata negli ultimi anni dall’introduzione di segnali ad alta definizione, gli schermi ad alta risoluzione diventeranno comuni su computer e dispositivi mobili.
    Dal momento in cui Apple ha iniziato a costruire i propri dispositivi con lo schermo retina ad alta definizione, è nata la necessità di avere grafica ad alta risoluzione nei siti web per evitare l’effetto di pixelizzazione.
    Questa necessità non è impellente visto l’esigua fetta di traffico internet che occupano i dispositivi retina, ma è da tenere d’occhio per l’immediato futuro.
  13. Third-Party Services
    A volte per risolvere problematiche invece di reinventare soluzioni ogni volta, possiamo contare su servizi di terze parti che lo hanno già fatto per noi.
    Se si vogliono ad esempio pubblicare foto in tempo reale di un evento, si possono integrare Instagram o Flickr, che aggiorneranno automaticamente il sito web.
    I Servizi di terze parti possono anche rivelarsi utili per mostrare i video, implementare un sistema di newsletter, o raccogliere statistiche sui visitatori di un sito.
  14. Software as a Service
    Proprio come i servizi di terze parti, il Software as a Service (SaaS) ci permette di usufruire di un servizio per la risoluzione di un problema.
    MailChimp, per esempio, è un sistema di newsletter gratuito fino a 2.000 abbonati e 12.000 email al mese.
    Se invece ci dovesse essere la necessità di inviare più email o di gestire un numero maggiore di abbonati il servizio prevede il pagamento di una quota di sottoscrizione che sarà comunque inferiore ai costi necessari per costruire e gestire in proprio il servizio.

Se sei arrivato a leggere l’articolo fino in fondo, allora anche questo blog è un buon esempio di web design.

Per approfondire: 14 Website Trends for 2014

Il Google Deep Learning sorprende i suoi inventori

Google's Deep Learning

Nel suo intervento alla Machine Learning Conference di San Francisco l’ingegnere di Google Quoc V.Le ha affermato che Google non si spiega come abbia fatto il Deep Learning System a sviluppare l’abilità di riconoscere gli oggetti nelle foto.

Il Deep Learning System, la tecnologia che Google utilizza per servizi come Google Translate o la ricerca vocale di Android, è il sistema di intelligenza artificiale creato da Google, composto da un gran numero di computer in cluster, che ha come scopo la simulazione delle reti neurali.

Come funziona. Il sistema si basa su una architettura a strati cognitivi, per cui ogni strato poggia sugli strati sottostanti. Il primo strato della rete neurale ad esempio è in grado di rilevare variazioni del colore dei pixel in un’immagine, lo strato successivo può essere in grado di utilizzare quello precedente per riconoscere alcuni tipi di bordi, e strato su strato il sistema è stato in grado di riconoscere le forme e gli oggetti.

Oltre le previsioni La cosa che più stupisce gli ingegneri di Google è che il Deep Learning è riuscito a rispondere a quesiti ai quali gli stessi ingegneri faticavano a dare una risposta.

Quoc afferma che il software ha effettivamente imparato a individuare le caratteristiche degli oggetti che gli esseri umani faticano a vedere, come un trituratore di carta per esempio. Sembrerebbe quindi che il sistema sia in grado di pensare in modo indipendente da chi lo ha creato, e i suoi complessi processi di apprendimento sono impenetrabili agli stessi autori. Anche se questo “pensiero” è per ora limitato a situazioni molto specifiche, è comunque la prova che esiste.

Google afferma che questo sistema non si tramuterà mai in una vera e propria intelligenza artificiale ma che gli permetterà di assumere sempre meno esperti perché i sistemi saranno in grado di risolvere i problemi che non riescono ai ricercatori. Quoc spiega che Google vuole andare oltre e lasciare al Deep Learning anche il compito di progettare soluzioni.

E’ forse la nascita di un sistema come SKYNET in Terminator? Il passaggio dal riconoscimento di un trita-carte o di un gatto in un video, a quello dei volti di una folla in rivolta potrebbe essere breve.

Per approfondire: Google’s “Deep Learning” Computers Out-Smart The Creators 

10 strumenti per il Responsive Web Design

responsiveLe statistiche rivelano che sempre più persone preferiscono accedere a internet usando cellulari, smartphone e tablet piuttosto che dal PC.

Assistiamo quindi ad una sempre crescente richiesta per la progettazione di siti web in maniera responsiva, per ottenere la migliore user-experience possibile.

Diamo uno sguardo ai 10 strumenti che possono essere di aiuto sia ai designer che ai developer:

  1. Lettering
    La tipografia in un sito web è fondamentale.
    Questo plugin jQuery ci permette di controllare tutti gli aspetti come gli spazi e la crenatura.
    http://letteringjs.com/
  2. Fit text
    Questo plugin jQuery ci permette di testare in maniera molto efficace la visualizzazione del testo su vari dispositivi.
    http://fittextjs.com/
  3. Fluid 960 Grid systems o il suo successore Unsemantic
    Permettono in maniera semplice e veloce la costruzione di griglie responsive.
    Come suggerisce il nome, la griglia ha una larghezza di 960px con 12 o 16 colonne, il tutto ampiamente personalizzabile.
    http://960.gs/
    http://unsemantic.com/
  4. Imgsizer.js
    Il ruolo di questo script è di assicurarsi che le immagini vengano correttamente visualizzate sui sistemi Windows.
    http://unstoppablerobotninja.com/demos/resize/imgSizer.js
  5. Gridless
    Tramite questo Framework è possibile disegnare pagine senza griglie in maniera molto semplice.
    Il codice è stato realizzato avendo in mente la filosofia del mobile-first e del responsive design, in modo da rendere il sito compatibile con tutti i dispositivi.
    http://thatcoolguy.github.com/gridless-boilerplate/
  6. Adobe Device Central
    Per testare il risultato del nostro lavoro sull’ampia gamma di smartphone e tablet, la soluzione ideale sarebbe quella di farlo dai dispositivi stessi.
    Se non ne abbiamo la possibilità Adobe Device Central è uno dei migliori prodotti sul campo.
    Con una libreria in continua crescita, è possibile scegliere praticamente qualunque dispositivo di rilievo sul mercato, pronto per il test vituale.
    http://www.adobe.com/products/devicecentral.html
  7. PxtoEM
    E’ uno strumento per la conversione di unità di misura assolute (cioè px e pt) in unità di misura relative, per la tipografia, la spaziatura, larghezza del contenitore, ecc.
    http://pxtoem.com/
  8. Respond.js
    Quando parliamo di responsive web design non ci riferiamo solo allo sviluppo per i dispositivi mobili, ma alla tecnica che ci permette di sviluppare siti adatti a qualsiasi tipo di browser anche il più datato.
    Questo script si occupa del responsive web design in IE6, 7 e 8.
    https://github.com/scottjehl/Respond
  9. Web Developer
    Questa straordinaria estensione per Firefox e Chrome fornisce una serie di strumenti estremamente utili allo sviluppo dei siti.
    http://chrispederick.com/work/web-developer/
  10. Modernizr
    Molto simile a Respond.js, Modernizr fornisce anche la funzionalità per il caricamento condizionale.
    Consente cioè di caricare determinate risorse in base al browser che l’utente sta usando al momento, rendendo così le pagine più snelle e il loro caricamento più rapido.
    http://modernizr.com/

Per approfondire: 10+ Responsive Web Design Tools to Speed Up The Work Flow