Perché condividiamo e come scegliamo i contenuti da condividere nell’era dei social network

bluecatL’essere umano è una macchina complessa, ognuno di noi ha una sua unicità, ma tutti noi condividiamo lo stesso desiderio di piacere, essere amati e socialmente accettati.

I social network rappresentano lo strumento perfetto per disegnare un’immagine ideale di noi stessi e mostrare agli altri chi siamo in realtà o quanto meno chi vorremo essere, comunicando agli altri quali sono le nostre aspettative, come viviamo o come vorremmo farlo e quali sono le nostre reali aspirazioni.

Non ha importanza se questa rappresentazione sia reale o meno, già nel 1986 gli psicologi Hazel Markus e Paula Nurius parlavano della disparità tra chi siamo realmente e chi siamo idealmente, dimostrando che abbiamo un doppio concetto di noi stessi, quello attuale e quello possibile.

L’illusione di chi potremmo essere e il tentativo di costruire questa nuova identità sono tra i principali motivi che ci spingono a condividere contenuti tramite i social network.
Siamo maggiormente disposti a condividere informazioni che in qualche modo gratificano il narcisismo del nostro “se ideale”.

Il New York Times dopo un approfondito studio sulla psicologia della condivisione ha tracciato un profilo delle 6 categorie principali di persone che condividono online:

  1. Altruist
    Disponibile e affidabile, condivide tramite Facebook e email.
  2. Careerist
    Professionista, focalizzato sull’avanzamento di carriera, molto probabilmente usa LinkedIn per condividere in rete.
  3. Hipster
    Creativo, giovane, popolare, attento alla sua identità on-line, predilige l’uso di Twitter, Facebook e Skype.
  4. Boomerang
    Condivide spesso e attraverso tutti i social possibili, in cerca dell’approvazione degli altri, pubblica contenuti pensati per suscitare reazioni.
  5. Connector
    Rilassato e pianificatore, usa i social media e in particolare Facebook per organizzare la sua vita offline.
  6. Selective
    Premuroso e attento alle informazioni che condivide predilige inviare una mail piuttosto che usare Facebook.

Sempre dalla ricerca del NYT sono emersi 4 principali incentivi che ci spingono a condividere:

  1. Contenuti di qualità o intrattenimento
    Il 94% delle persone sceglie con cura come quello che condivide può essere utile al destinatario delle informazioni.
  2. Aumento delle relazioni
    Il 78% condivide per rimanere in contatto con le persone con le quali non riuscirebbe altrimenti.
  3. Autorealizzazione
    Il 69% condivide per sentirsi più partecipe.
  4. Identità
    Il 68% condivide per comunicare agli altri chi è e di cosa si interessa.

Un altro fattore preponderante che entra in gioco quando decidiamo di condividere informazioni in rete è l’emozione.

Secondo uno studio dell’American Marketing Association, i contenuti che hanno maggiore possibilità di divenire virali sono quelli che provocano una reazione forte, sia essa positiva o negativa. Upworthy illustra questo concetto in un ottima slideshare sulla creazione di contenuti virali, nella quale è facile evidenziare come l’emozione rivesta un ruolo fondamentale da sfruttare affinché le informazioni abbiano maggiore fascino per la condivisione.

I ricercatori americani della UCLA, in una ricerca volta a individuare il motivo per il quale condividiamo determinate informazioni rispetto ad altre, hanno scoperto e pubblicato in uno studio che nella scelta di un contenuto il nostro cervello valuta l’utilità che questa informazione può avere per gli altri.
Se pensiamo che quel contenuto può interessare, divertire o risultare utile anche agli altri allora saremo molto più propensi a condividerlo.

Molti sono quindi gli elementi che interagiscono sulla nostra scelta di quello che decidiamo di condividere o del perché, e Jonah Berger nel suo ricercatissimo libro Contagious ce li espone sintetizzandoli in 6 caratteristiche che possiedono i contenuti virali:

  1. Social Currency
    Il narcisismo, in che modo migliorerà la nostra immagine?
  2. Trigger
    L’importanza, qual è il pensiero degli altri a riguardo?
  3. Emotion
    L’emozione, perché dovrebbe importaci?
  4. Public
    La conformità, lo fanno anche gli altri?
  5. Pratical Value
    L’utilità, sarà utile per gli altri?
  6. Stories
    La storia, ha una storia interessante?

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